Martedi 6 novembre viene smontata la tenda concessa da un privato per
accogliere i migranti “traslocati” dalla stazione ferroviaria ad inizio
giugno. La tenda, che durante l’estate ha ospitato 36 persone, era
stata montata al Foro Boario e successivamente spostata (fine agosto)
nei pressi della ex casa del cimitero per lasciare posto agli stands
della Fiera della Meccanizzazione Agricola.
Lo smontaggio, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale,
avrebbe dovuto sancire la fine della lunga stagione dei braccianti
africani. Ma non è andata così…
Nella tenda dormivano ancora 5 persone, altre 15 erano nella casa, 7
al Foro Boario sotto tende di fortuna. La maggior parte di esse in
possesso di un contratto con scadenza a metà o fine novembre, altri a
fine dicembre. Chi non ha un contratto lavora in nero, altri stanno
aspettando di essere pagati dai padroni e lasceranno Saluzzo nei
prossimi giorni. 4 gli “sfrattati” dalla caritas che ha chiuso i
battenti la settimana scorsa.
Mercoledi mattina una delegazione di migranti si è recata in comune
per chiedere un incontro con il sindaco e discutere la questione. Non ha
ricevuto alcuna risposta.
Alla sera alla casa del cimitero si è presentata l’infaticabile
assessore Marcella Risso insieme ai 2 educatori assunti dal comune per
il cosiddetto “Progetto Accoglienza” con l’intento di “invitare” gli
“ospiti” a lasciare l’immobile. Ad aspettarli c’erano tutti, compresi i
migranti del Foro Boario e il Comitato Antirazzista. I migranti
determinati a restare fino alla scadenza dei contratti, disposti a
pagare un affitto/rimborso spese al comune almeno per tutto il mese di
novembre (pochi giorni!); la rappresentante del comune determinata a
sgomberare l’edificio.
C’è tensione, affiorano malumori nei confronti della Caritas che ha chiuso senza concedere proroghe per i lavoratori.
Il discorso è semplice, coerente con la litania recitata per tutta
l’estate: “Le regole vanno rispettate. Il progetto accoglienza è finito,
vi abbiamo concesso di restare qualche giorno in più, ora dovete
andare. Se non lo farete spontaneamente (spontaneamente? ndr) saremo
costretti ad intervenire ma vorremmo evitare di farlo per non finire
male la stagione. Questa casa era stata occupata già a marzo e non
abbiamo denunciato nessuno, non costringeteci a farlo adesso. Abbiamo
già fatto tanto per voi, oltre non possiamo andare”. La risposta dei
migranti: “La casa è così malandata che non la darete a nessun altro se
noi andiamo via, lasciateci ancora un po’ di tempo, per noi ogni
giornata di lavoro è preziosa, andremo a dormire fuori al freddo
piuttosto che lasciare la città, siamo disposti a pagare”. Niente da
fare: “Il tempo è scaduto, chiedete ai vostri datori di lavoro,
cercatevi degli alloggi da affittare”. Ma si sa il rapporto con i datori
di lavoro non è facile per i migranti, per non parlare delle difficoltà
ad affittare case, a causa dei prezzi esosi praticati a Saluzzo, delle
garanzie richieste e della insormontabile diffidenza nei confronti di
chi ha il difetto di avere la pelle nera e un lavoro precario. Ne sanno
qualcosa anche quelli del Comitato Antirazzista, per tutta l’estate e in
questi giorni in particolare alla ricerca disperata di alloggi da
affittare a Saluzzo e nel circondario.
La trattativa va avanti, i toni si accendono. La proposta
dell’assessore di chiudere la casa domenica per consentire ai presenti
di organizzarsi non viene accettata. Spunta una proposta: liberare
l’area del Foro Boario (dove inevitabilmente i migranti cacciati dalla
casa andrebbero), aspitare tutti nella casa del cimitero fino a fine
novembre in cambio di un rimborso spese, alcuni volontari del Comitato
Antirazzista a fare da garanti.
La proposta è stata formulata per scritto nella giornata odierna,
sottoscritta dai migranti e dai volontari e portata al sindaco:
“Rietnuta assolutamente prioritaria l’esigenza di dare accoglienza e
risposta alla legittima richiesta dei migranti di proseguire il progetto
di ospitalità oltre il termine ufficialmente previsto ma per il solo
breve periodo del mese in corso al fine di non vanificare il diritto al
lavoro e alla dignità personale così faticosamente perseguiti dagli
immigrati e riconosciuti degni di tutela dalla stessa amministrazione
con il progetto predisposto nei mesi primaverili ed estivi”. Nel
frattempo i migranti restano dove sono.
Rimane la sensazione e l’amarezza di essere ormai intrappolati in un
copione già scritto, che va ripetendosi da due anni, sfiancante,
assurdo. Nel film del “Progetto Accoglienza” il comune recita il ruolo
di chi detta le regole del gioco, il Comitato Antirazzista dice quello
che gli altri non possono dire e soprattutto rivendica il diritto dei
migranti ad essere riconosciuti titolari di diritti elementari (casa,
lavoro, autodeterminazione) e non solo destinatari della pubblica
assistenza e beneficienza, i migranti sono troppo facilmente ricattabili
per far sentire la loro voce. Sullo sfondo tutti gli altri, compresi
coloro che, in silenzio, si sono dati da fare per migliorare la qualità
della vita ai braccianti africani nel periodo di permanenza a Saluzzo,
senza preoccuparsi troppo di quando se ne sarebbero andati via,
dimostrando nei fatti quale è il significato della parola
“accoglienza”.
8 novembre
RispondiEliminaieri sera la giunta comunale di saluzzo ha concesso ai migranti di restare presso la casa del cimitero fino a fine novembre.
Una buona notizia anche per il comitato antirazzista.
la stagione era cominciata con l'occupazione della casa da parte dei migranti a fine marzo, il comune aveva risposto con i carabinieri; finiamo con una delibera che riconosce la legittimità delle richieste dei migranti e permette loro di restare nella casa stessa.
a questo punto tanto varrebbe lasciarla a disposizione per tutto l'anno!