martedì 12 marzo 2013

acqua pubblica e val varaita: a che punto siamo?

27milioni di sì per l’acqua pubblica anche in Val Varaita

 
 

 

 

Ma c’è la volontà politica nelle amministrazioni di questi comuni di rispettare pienamente il voto democratico dei cittadini e di superare campanilismi e rivalità personali?



E’ difficile capire cosa stia veramente succedendo all’interno di AIGO, società pubblica di diritto privato che gestisce il servizio idrico in 10 comuni del saluzzese, solamente basandosi sulle scarne dichiarazioni riportate nell’articolo apparso sulle pagine locali di un quotidiano di domenica 3 marzo 2012, intitolato “Problemi di liquidità all’azienda dell’acqua”. Leggendo tra le righe ci sembra di intuire che è in atto una lotta di potere tra un sindaco, magari sostenuto da altri primi cittadini, e l’attuale presidente di AIGO, società che, secondo l’articolo, “…sta affrontando delle criticità…” e il cui affidamento scade il 30 giugno 2013. Come Comitato Acqua Bene Comune Cuneese non vogliamo entrare nel merito della questione, ma ci interessa ribadire che, qualunque sarà la nuova composizione dei vertici di AIGO all’indomani del rinnovo delle cariche, si dovrà tenere conto, senza se e senza ma, del risultato referendario del 12/13 giugno 2011 nonché della sentenza della Corte Costituzionale n°199/2012. Quest’ultima ha stabilito l’illegittimità costituzionale dell’art.4 del DL 138/2011 e di tutte le modifiche introdotte successivamente, perché lesive del voto referendario, e ha escluso la possibilità di reintrodurre gli obblighi di privatizzazione dei Servizi Pubblici Locali che erano imposti dal vecchio art.23 bis, abrogato dal referendum. Qualsiasi futura legiferazione nazionale dovrà consentire le tre forme di gestione contemplate dal diritto comunitario europeo: a) la gestione diretta dell’Ente; b) l’affidamento in house a società totalmente pubbliche o miste con socio privato scelto a gara; c) la concessione del servizio a società private o di diritto privato con gara di appalto. Di conseguenza gli amministratori locali dovranno prendere la decisione, squisitamente politica, di quale soluzione adottare per il territorio di competenza e tenere in considerazione che oltre 27 milioni di italiani, al referendum del 2011, si sono espressi per una gestione pubblica, democratica e partecipata del Servizio Idrico Integrato, dal che discende che l’unica forma agibile di gestione è l’ Azienda Speciale di diritto pubblico, prevista dall’art. 114 del TUEL, con inserita la norma statutaria dell’organo della partecipazione dei cittadini e dei lavoratori. Nell’ articolo rileviamo con soddisfazione la posizione del presidente di AIGO per una gestione pubblica del servizio idrico ma riteniamo non percorribile l’eventuale adesione a Cogesi, consorzio che non ha via di sbocco oltre il 2017 se l’A.ATO Cuneese non annulla la delibera 15/2010, che prevede la gara d’appalto. Quindi la soluzione più facilmente realizzabile per aziende di dimensioni modeste come AIGO, Infernotto, Piana del Varaita e Comuni riuniti valli cuneesi della Val Maira è quella della costituzione ex-novo di un consorzio autonomo tra queste SpA, nel cui statuto costitutivo sia previsto che lo scopo principale e inderogabile da raggiungere sia la sua trasformazione in Azienda Speciale Consortile entro la scadenza del 2017. Ma c’è la volontà politica nelle amministrazioni di questi comuni di rispettare pienamente il voto democratico dei cittadini e di superare campanilismi e rivalità personali? Noi del Comitato ci auguriamo veramente 27milioni di SI: perché si scrive ACQUA ma si legge DEMOCRAZIA.

Nessun commento:

Posta un commento