Alle prime ore dell’alba di venerdì 27 maggio, su ordine della magistratura, venivano disposti 2 ordini di custodia in carcere, 5 arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora a carico di alcuni antifascisti cuneesi e piemontesi per gli avvenimenti di Cuneo del 26 febbraio 2011, quando un nutrito gruppo di antifascisti intendeva opporsi all’apertura della sede di casapound a Cuneo, città medaglia d’oro per la resistenza.
Molti sono i pensieri che affollano la mente in questo momento...
26 febbraio Cuneo
In quella data i “fascisti del terzo millennio” volevano inaugurare l’apertura della loro sede nella città di Cuneo, città medaglia d’oro per la resistenza, città posta ai piedi di montagne che durante la resistenza si sono popolate di partigiani e di lotta antifascista, ai piedi di numerose valli in cui i fascisti mostrarono tutta la loro bestialità bruciano decine di paesi e uccidendo centinaia di civili inermi.
Cuneo dista pochi chilometri dalla martoriata Boves, ricordata per la strage che la riguardò.
Questi ignobili personaggi oggi si ripresentano pensando che basti definirsi del terzo millennio perché ci si scordi dei lutti, delle tragedie e dei soprusi di vent’anni di regime dittatoriale. Ma abbiamo buona memoria e preferiamo spedirli direttamente nel quarto millennio.
Nella giornata del 26 febbraio, una bella giornata, la rabbia per una presenza non accettabile si dispiegava secondo un copione non preparato, si sviluppava fluidamente sino a pochi metri dalla sede in oggetto, proponendo un’inaugurazione che resterà nella storia di Cuneo, dove gli unici a festeggiare saranno gli antifascisti.
I giorni successivi vedevano tutto lo stuolo dell’informazione omologata condannare le modalità espresse dai presenti, scambiando questi fascisti che in tutta italia si distinguono per omicidi, accoltellamenti ed aggressioni in “giovani di destra”, e legittimando la loro presenza in città.
Sicuramente hanno ottime “coperture” politiche, giocano a fare i rivoluzionari antisistema per candidarsi poi nelle liste elettorali dei sindaci del pdl, contigui ai poteri forti (che a parole condannano) ed alla criminalità organizzata.
Anche a Cuneo giocano sui due piani, da un lato lanciano pietre, si presentano con bastoni, cinghie e caschi; si presentano minacciosi davanti a circoli privati, minacciano via internet, mentre nello stesso tempo piangono davanti alle telecamere, si presentano come non violenti ed animati da intenti sociali, vittime dell’odio di chi non li vuole, e rinnovano i legami con politici di peso del pdl con incarichi pesanti nel partito in provincia.
Perché non li vogliamo?
Crediamo che questi “innocenti” fascisti svolgano il lavoro di sempre, servi dei poteri forti e del capitale, ora che la crisi morde, torneranno ad essere bassa manovalanza perche nulla cambi, perché nessuno possa con forza alzare la testa contro questo sistema di potere che ci conduce alla miseria.
Pensiamo inoltre che tutte queste inchieste con corollario di denuncie, arresti e repressione, da Torino a Firenze, Padova, Roma passando per la prossima militarizzazione della Valle di Susa, sia un passaggio obbligato per gli speculatori e per i poteri forti. Tutto ciò atto ad impedire l’insorgenza ormai evidente di fronte alla crisi vista recentemente nelle strade di Londra, Parigi e Roma, che ora finalmente passando per la Grecia e il maghreb arriva in Europa attraversando la Spagna e il Portogallo.
Quando qualche fascista si prende una birra davanti al bancone di un bar o chiacchiera per telefono con un camerata non ci scomponiamo, magari ci va di traverso la birra, magari facciamo "due parole", ma quel che ci spaventa e che trova la nostra opposizione radicale è tutto il portato sociale e politico che lavorano per promuovere e di cui si ergono paladini.
Non siamo disponibili a rivivere il ventennio, le soppressioni delle libertà di parola, di movimento, di organizzazione, tutte a vantaggio del capitale, del profitto e dei potenti.
Non è solo un rigurgito del passato, leggiamo l’emergere della loro presenza e del loro attivismo legate al particolare momento storico e sociale che viviamo; in questo momento di crisi del capitale, con la gente che si rende conto della necessità di organizzarsi e lottare per difendere i propri territori dall’aggressività del profitto, in questi tempi di rivolte e rivoluzioni contro i poteri forti, dittatoriali e di sistema, pensiamo che la loro attività sia parte della reazione, non a caso è tutta incentrata violentemente sulla componente popolare e lavoratrice, contro i migranti o gli attivisti che immaginano e lavorano per un cambio di sistema, per un’uscita dal modello fallimentare del capitalismo.
Non siamo disposti a cadere come fanti di vecchia memoria nell’esercito europeo con lo scopo di un nuovo imperialismo.
Dal loro programma:
Contro la sottomissione nazionale, proponiamo:
- Creazione di un comando strategico europeo per lo sviluppo di una difesa militare autonoma dell’ Europa in sostituzione della N.A.T.O.
…
- Ripristino della geopolitica degli “anni Trenta” verso il Mediterraneo e l’Oceano Indiano.
…
- Potenziamento del nucleo di difesa nazionale.
- Ripristino della leva obbligatoria per tutti, uomini e donne al compimento del 18 anno di età… Non devono essere previsti riinvi scolastici oltre il diploma.
- L’italia non deve avere limitazioni su nessun sistema d’arma: dalle portaerei alle armi nucleari.”
Non permetteremo che diventino le squadracce che si scagliano contro chi combatte il nucleare (che fa parte del loro programma), contro chi lotta nelle valli per impedirne la devastazione. Squadracce che permettono di mantenere gli immigrati nel limbo del ricatto e che aggrediscono chi quotidianamente nei quartieri costruisce socialità e risposte alla crisi, liberando spazi dalla speculazione edilizia e costruendo solidarietà.
Si dipingono come antisistema, ma tutti i loro contatti politici raccontano una storia differente: dal legame strettissimo con il pdl, alla componente retrograda del cattolicesimo, alle poltrone nelle amministrazioni pubbliche e gli acquisti degli stabili “occupati” dai sindaci, vedi Alemanno a Roma.
Andatevi a leggere il loro programma per rabbrividire:
http://www.casapounditalia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=67&Itemid=67
Che dire poi del legame strettissimo con chi esercita il potere dello stato? Sempre accompagnati e a braccetto con polizia e compagnia cantante, e chi meglio del braccio violento dello stato può garantire che nulla cambi?
Siamo preoccupati e ce ne occupiamo.
Siamo intenzionati a non lasciar loro nessuno spazio, ne va delle nostre vite e del nostro futuro, un futuro che vogliamo e cerchiamo al di fuori di questo sistema che ci vuole tutti sudditi, chini al volere del profitto.
Esprimiamo massima solidarietà a chi è stato colpito dai provvedimenti giudiziari.
Non è il momento di lasciarli soli, non è il momento di restare soli, chiusi nelle nostre case, soli ci schiacciano, uniti si vince.
precari canaglie
“La nazione italiana deve tornare ad essere un organismo avente fini, vita e mezzi d’azione superiori, per potenza e durata, a quelli degli individui, divisi o raggruppati, che lo compongono. Deve tornare ad essere una unità morale, politica ed economica, che si realizza integralmente nello Stato.” dal programma di casapound
Nessuno Stato sopra le nostre vite, liberi individui che si associano, non ci faremo omologare a favore dei bisogni di speculatori e imprenditori, lasciamo agli stupidi credere che gli interessi di chi lavora siano compatibili con i guadagli di chi ci sfrutta.
Non siamo disposti ad una narrazione unica, viviamo nelle diversità che costituiscono la nostra ricchezza, avessero studiato un poco, saprebbero che è la diversità a produrre l’evoluzione, ma son fermi ai libri dell’epoca fascista, forse per questo ripropongono la morte.
Nessun commento:
Posta un commento