Martedì 6 agosto un
avvenimento scuote l'estate saluzzese, riempie i giornali locali e
provoca un brivido lungo la schiena degli amministratori locali e non
solo.
I migranti, circa 600,
accampati al foro boario di Saluzzo, che vivono in condizioni a dir
poco inumane, decidono di ampliare il numero dei rubinetti per
l'acqua a cui poter attingere.
La solerte giunta
decide che un paio di rubinetti in più sono una vergognosa
provocazione, il rispetto delle regole e la legalità da perseguire
come un mantra sono ormai incubi che turbano il sonno degli assessori
e del sindaco, tanto da inviare una squadra in armi per rimuovere lo
scandaloso abuso.
In una realtà fatta di
teli e tende in quella che ormai è una bidonville alle porte della
ricca Saluzzo, dove un'umanità alla ricerca di un poco di reddito
per campare vive innumerevoli frustrazioni, deprivazioni e
umiliazioni, di fronte a quello che a ragione è stato vissuto dai
lavoratori stagionali come un sopruso insopportabile, gli animi si
son scaldati, e più di un centinaio di migranti è andato a bloccare
l'incrocio stradale più importante della cittadina.
Indubbiamente il gesto
dell'amministrazione è divenuto letteralmente la goccia che fa
traboccare l'acqua dal vaso.
Di questa
amministrazione non si può che rimarcare una sconvolgente incapacità
e una disarmante approssimazione negli interventi, verrebbe da ridere
di un sindaco e di assessori che presi dalla mania della legalità a
tutti i costi quasi provocano una rivolta degna dei telegiornali
nazionali per due rubinetti d'acqua.
Verrebbe da ridere se
non ci rendessimo ulteriormente conto di come si considerino più
importanti dei codici, una legge, o un cosi detto “abuso” come
l'apertura di un paio di nuovi accessi all'acqua per circa 600
persone, a fronte del valore di uomini in carne ed ossa.
Verrebbe da ridere ma
la rabbia monta più alta, anche per noi che siamo da sempre abituati
a vedere come si perseguono indici d'ascolto, spread o target
finanziari sulla pelle delle persone reali.
Di fronte ad un gesto
tanto misero come il taglio dell'acqua nel calore estivo, azione
meschina e davvero difficilmente comprensibile, i migranti si
riversano quasi immediatamente nella strada e ottengono quanto
impensabile fino a qualche giorno prima: un incontro con il sindaco e
nuovi accessi all'acqua.
Quanto successo scatena
ovviamente i peggiori soggetti politici, dai fascisti di Forza
(Forca) Nuova, ai sempre razzisti della Lega, che lamentano
inverosimili privilegi per i migranti a danno degli italiani, o la
paura che i migranti oggi ottenendo l'acqua domani chissà cosa
potrebbero ottenere...
Anche i giornali non
brillano di perspicacia o correttezza, ma per fortuna a fronte di
diverse lettere sconcertanti di alcuni lettori, molti altri
intervengono nel dibattito con intelligenza.
Da annotare il
triste silenzio anche da parte dei soggetti antirazzisti
Alcune riflessioni tra
le osservazioni che circolano di bocca in bocca...
Intanto bisognerebbe
saper riconoscere come i migranti in diverse occasioni siano in grado
più di noi di reagire alle ingiustizie, con più forza e
determinazione, mentre noi siamo bloccati da paure, interessi o
incapacità che ci frenano non solo nelle rivendicazioni e nelle
lotte, ma anche nel dichiarare il sostegno e la vicinanza a loro
quando questo vuol dire indicare e dichiarare pubblicamente le
meschinità, le responsabilità e incapacità di sindaci,
amministratori, comuni, associazioni, istituzioni e quant'altro.
Certo la disperazione
di queste persone spinge a volte verso azioni o atteggiamenti più
radicali, e sappiamo anche come altre volte porti ad accettare
condizioni di lavoro o paghe misere pur di lavorare, ma martedì si è
vista la reazione di persone arrabbiate per una palese ingiustizia
reagire ed ottenere almeno quanto appena tolto.
Si parla di una
vittoria, conquistata da persone con meno diritti di noi, in una
situazione difficile, con una reazione forte....merita per lo meno un
applauso, perché foriero di possibili future conquiste, perché
indica che con la lotta e la forza di un gruppo unito si possono
ottenere dei risultati.
Sarebbe importante non
tacere le responsabilità delle amministrazioni per le condizioni
attuali ne per gli avvenimenti descritti, senza timori o paure,
perché non vi sono relazioni con le istituzioni che portino benefici
a questi migranti.
O meglio, le relazioni
efficaci con la controparte sono quelle dove si detiene una forza
tale da non esser trascurati, dove questa forza è in grado di
inclinare a proprio favore il discorso; ma questa è storia antica,
non mi invento nulla, si parla di rapporti di forza, tutto il sistema
si basa su questo, solo che noi l'abbiamo cancellato dal nostro
bagaglio culturale.
Quanto succede a
Saluzzo riguarda in primis il rapporto tra il lavoro, la produzione
di ricchezza e la sua distribuzione: non sarebbero tollerati in
nessun comune circa 600 persone in un accampamento abusivo e senza
controllo, se non producessero grandi guadagni per i grandi
proprietari terrieri della provincia.
Un bacino di lavoratori
disperati e disposti ad ogni paga pur di lavorare, maggiormente
ricattabili perché migranti, è quanto di meglio potrebbero
desiderare i proprietari dei frutteti, famiglie che accumulano una
ricchezza strabiliante, anche grazie alle consuete rapine per il
lavoro “grigio”, alle paghe sotto il minimo sindacale, e ai
mancati versamenti dei contributi.
Che azioni così forti
sollevino gli strali di fascisti e razzisti non dovrebbe preoccupare,
ne stupire, non abbiamo gli stessi interessi, ne gli stessi pensieri,
ed è naturale che li si trovi sulla nostra strada; ognuno fa il
proprio interesse, i nostri divergono dai loro, anzi configgono, e
semplicemente non si potrà evitare di passargli sopra (ai soggetti,
ça va
sans dire) se si intende vincere.
Ha provocato diversi
malumori la modalità dei migranti per strada, dagli insulti ai
militari di vario genere alle accuse di razzismo genericamente
riservate per gli italiani...dovremmo forse liberarci di quella che è
una forma di colonialismo mentale, secondo cui dovremmo esser noi
bianchi ed occidentali a dettar la condotta delle manifestazioni e le
modalità delle proteste, le parole d'ordine o le modalità
decisionali, etc...
Come stupirsi di esser
definiti razzisti se confrontiamo le nostre case con i loro giacigli,
la nostra e la loro alimentazione, l'acqua a disposizione per ognuno,
il nostro oziare nell'ora dell'aperitivo a fronte del loro ritorno
dai campi di lavoro senza possibilità di dissetarsi...
Di fronte
all'attenzione che si vorrebbe riservare al pensiero del cittadino
comune, anestetizzato dalla televisione e dall'indottrinamento di una
vita, l'azione di un gruppo consistente di cittadini senza diritti, o
di lavoratori senza reddito, ha portato ad un risultato concreto;
questo conta, capire che l'unità e la determinazione di un gruppo
che lotta e si riconosce come soggetto portatore di propri interessi
ha delle chance di ottenere dei risultati, e non la rincorsa alla
società civile, che in fondo non esiste.
Riconoscersi come
soggetti portatori degli stessi interessi, come persone soggette a
sfruttamenti simili e comuni, come donne e uomini interessati da un
destino comune e dalla necessità di una società senza sfruttamento.
Riconoscersi e unirsi,
a Rosarno, a Saluzzo e altrove, a fronte del futuro che vorrebbero
riservare a tutti noi.
Riconoscersi e unirsi,
per rovesciare il tavolo, non per sedercisi insieme, perché tanto
non c'è posto per tutti.
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