Martedì 6 agosto un
avvenimento scuote l'estate saluzzese, riempie i giornali locali e
provoca un brivido lungo la schiena degli amministratori locali e non
solo.
I migranti, circa 600,
accampati al foro boario di Saluzzo, che vivono in condizioni a dir
poco inumane, decidono di ampliare il numero dei rubinetti per
l'acqua a cui poter attingere.
La solerte giunta
decide che un paio di rubinetti in più sono una vergognosa
provocazione, il rispetto delle regole e la legalità da perseguire
come un mantra sono ormai incubi che turbano il sonno degli assessori
e del sindaco, tanto da inviare una squadra in armi per rimuovere lo
scandaloso abuso.
In una realtà fatta di
teli e tende in quella che ormai è una bidonville alle porte della
ricca Saluzzo, dove un'umanità alla ricerca di un poco di reddito
per campare vive innumerevoli frustrazioni, deprivazioni e
umiliazioni, di fronte a quello che a ragione è stato vissuto dai
lavoratori stagionali come un sopruso insopportabile, gli animi si
son scaldati, e più di un centinaio di migranti è andato a bloccare
l'incrocio stradale più importante della cittadina.
Indubbiamente il gesto
dell'amministrazione è divenuto letteralmente la goccia che fa
traboccare l'acqua dal vaso.