giovedì 18 agosto 2011

Senza Migranti a Saluzzo Non si Raccoglie Nulla. Ma chi Raccoglie e Quanto? A cura di precari canaglie ___ parte prima ___ genesi




Non è il primo anno che si assiste a Saluzzo ad un notevole flusso di lavoratori senza alcuna rete e sicurezza circa l'abitazione, l'alimentazione e il lavoro, già l'estate precedente molti lavoratori migranti si erano riparati nella stazione di Saluzzo, in attesa di essere chiamati per la raccolta nei campi.

L'anno scorso si erano sistemati in un vagone incidentato, abbandonato su un binario non in uso, e le condizioni erano indicibili: fame, freddo, condizioni igenico-sanitarie spaventose.


Un gruppo di cittadini del saluzzese si era attivato per cercare di risolvere la situazione, e con l'intervento della caritas e del comune i migranti erano stati spostati in soluzioni migliori.
Una esperienza interessante è stata la “presa in carico” di un gruppo di loro presso un casello ferroviario del comune di Costigliole Saluzzo, in gestione ad una associazione , dove si è sviluppata una condivisione ed un incontro importante (preso vi saranno alcune interviste sull'esperienza).

Tra le note dolenti, l'impossibilità/incapacità di difendere un gruppo di migranti senza permesso di soggiorno, prelevati dai carabinieri e la cui sorte possiamo solo immaginare.
Questo ha permesso la divisione tra chi, con il permesso di soggiorno, poteva usufruire di minime garanzie, e chi, senza il permesso, veniva trattato come un oggetto non più utile alla produzione di ricchezza.
Dato utile per la prossima stagione, ragionare e riaffermare la dis umanità di un'esistenza legata ad un foglio di carta, e il diritto/bisogno di ciascuno di trovare spazio per la propria vita.

Dai contatti avuti con i migranti risultava come gran parte di loro fossero operai nel nord est espulsi dal ciclo produttivo, più che nuovi arrivi.
Altro aspetto importante che è emerso è come questi migranti siano una parte di quel corpo di lavoratori, in altri tempi si diceva “classe lavoratrice”, che oggi soffre le condizioni di una crisi che pagano solo i deboli, e che viene utilizzata dai poteri imprenditoriali, in altri tempi si diceva “padroni”, o “capitalisti”, per ristrutturare, de localizzare, speculare.
Quindi intanto è importante per noi riconoscerci come lavoratori, non come bianchi e neri, regolari o clandestini, cristiani, mussulmani o atei, perché queste separazioni sono utili soltanto a chi vive del nostro lavoro.

I primi ad essere espulsi dal ciclo produttivo che cambia sono i più deboli, che spesso sono i migranti, i più ricattabili, per via del legame tra lavoro e permesso di soggiorno, quelli di cui è più facile disfarsi, perché perdere il lavoro significa perdere il permesso di soggiorno, che porta all'espulsione dal nostro paese, e quindi all'impossibilità di lottare per la redistribuzione del reddito.

Quando noi tentiamo di migliorare le nostre condizioni lavorative, rosicchiamo capitale, money, dal profitto dei nostri datori di lavoro; pensate il vantaggio per i padroni quando possono disfarsi di chi perde il lavoro espellendolo dal paese, evitando qualsiasi lotta e rivendicazione che possa mettere a rischio il loro capitale.

I migranti sono i più ricattabili, perché è dura lottare quando si rischia di perdere tutto, e nonostante questo sono loro a insegnarci ora a non aver paura e a reagire con fermezza, pensate a Rosarno, alla rivolta di Bari nel Cara, alle rivolte nei cie (centri di identificazione ed espulsione), agli scioperi nelle campagne.
La loro condizione vive poi della facilità con cui i politici, giocando sulla loro pelle, grazie al controllo dei media ed alla paura che sanno instillare nella popolazione, costruiscono un corpo separato, lo modellano come bersaglio, lo trasformano in capro espiatorio.


Prima dell'arrivo dell'estate e della nuova raccolta vi sono state alcune iniziative nel saluzzese, tra cui una giornata di sensibilizzazione nella ricorrenza del clandestino day, e la proiezione di “Sola Andata”, film documentario (http://blog.piasco.net/dblog/articolo.asp?articolo=463).

All'arrivo dell'estate, quest'anno il neo costituito Comitato Antirazzista saluzzese ha deciso di muoversi in anticipo, organizzando una giornata di sensibilizzazione e soprattutto di incontro con i primi migranti arrivati nel saluzzese per la prossima raccolta nei campi.

Il 19 giugno organizzava una Festa Antirazzista ( http://precaricanaglie.blogspot.com/2011/06/saluzzo-festa-antirazzista.html) presso gli impianti sportivi con un torneo di calcetto molto partecipato, 4 squadre a sudare sotto un sole cocente.

L'assenza di particolari “regole nell'ingaggio”, la libertà di partecipare a queste partite, anche da chi arrivava e viveva semplicemente nel quartiere, lo rendeva un momento intenso.
Nemmeno a dirlo, la finale si è giocata tra le 2 squadre africane.

Nella condivisione di questo momento, senza barriere, senza intermediazioni, si costruiva un primo, reale, importante momento di condivisione, di vita comune, che iniziava a rompere le diffidenze reciproche, le difficoltà oggettive, buttando i primi ponti di una relazione umana e sincera che darà notevoli frutti nel proseguo dell'estate.

Dopo il torneo vi è stata una cena a cui hanno partecipato un centinaio di migranti, preceduta da un confronto che ha immediatamente espresso tutte le difficoltà e le contraddizioni, sia per chi ha organizzato la giornata, sia nel corpo migrante intorno al bisogno di lavorare, alla difficoltà nel rispetto dei contratti e nei diritti, alla fatica nel reclamare giustizia.

prossimamente:
Martedì 5 luglio un gruppo di antirazzisti saluzzesi si è recato in consiglio comunale a Saluzzo...

Senza Migranti a Saluzzo Non si Raccoglie Nulla. Ma chi Raccoglie e Quanto?

A cura di precari canaglie ___ parte seconda ___ in consiglio comunale

braccianti stagionali

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