Anche quest’anno è arrivata la cosiddetta “emergenza braccianti”, con qualche mese di anticipo rispetto alle previsioni. La crisi economica colpisce duramente gli anelli più deboli della catena produttiva, i migranti sono costretti a spostarsi contiunuamente alla ricerca di un lavoro privilegiando le rotte già battute nelle stagioni precedenti.
Dopo un difficile inverno al sud, penalizzato dai processi di globalizzazione del mercato ortofrutticolo che hanno favorito l’abbassamento selvaggio dei prezzi, la svalutazione della forza lavoro e la minore richiesta di manodopera, i migranti africani (e non solo) si sono rimessi in viaggio e sono tornati a stendere i loro cartoni sulle banchine della stazione di Saluzzo in questo scorcio di primavera. Sono tornati presto con la speranza di avere accesso ai pochi posti disponibili presso le strutture di accoglienza, per riprendere i contatti con i datori di lavoro, magari per essere ingaggiati qualche giorno per la potatura e legatura, oppure ancora perché chiamati dagli stessi datori di lavoro.